sabato 1 ottobre 2016

Mindfulness. Tre minuti di respiro. Mini-meditazione per i momenti difficili (e non solo). Nuova traccia audio

Quando siamo presi dal vortice degli impegni,quando abbiamo la sensazione di non essere padroni di noi stessi e non riusciamo più a goderci le cose belle della vita, allora è il momento di fermarsi un istante e riconquistare quell’unico momento della nostra esistenza di cui disponiamo per vivere, crescere, sentire, amare e gioire. (Jon Kabat-Zinn)
Nell'immagine Conversation di Hengki24 su deviantart
In uno dei primi lontani ritiri di meditazione della mia vita - quando ancora la parola mindfulness non mi era familiare - ebbi la fortuna di ricevere questa imbeccata dal mio istruttore dell'epoca. 
"Ci possiamo ritirare in una grotta e fare gli eremiti e meditare meditare meditare e credere di essere arrivati chissà dove. Ma la  vera sfida è tornare nel mondo, stare nel mondo, vivendo una vita ordinaria e lasciando che i frutti della meditazione si manifestino nella nostra vita mentre la viviamo semplicemente così com'è".
La saggezza elementare di queste parole ha accompagnato i miei passi fino ad oggi ed è con quello spirito che anche oggi propongo alla gente i vari programmi basati sulla mindfulness. Oggi che essi  sono sostenuti dal conforto delle validazioni scientifiche e sono entrati a pieno titolo nel mondo della psicologia e delle pratiche di benessere globale PNEI (per la salute del corpo e della mente), è sempre in quelle parole che io trovo un senso per tutto questo.
Noi non meditiamo per sottrarci alla realtà e fuggire dal mondo (dalla nostra casa, famiglia, città, scuola, azienda, professione, ecc.) ma per riuscire a stare al mondo in un modo diverso, cercando di ricordarci  di essere presenti con la mente, con il corpo e con il cuore, ogni volta che possiamo, grati di essere vivi e autenticamente partecipi della grande avventura dell'esistenza, con tutto ciò che essa ci porta, con la compagnia di chiunque c'è così com'è e con l'assenza di chiunque non c'è (quale che sia il motivo per cui non c'è), trovando un po' di pace anche nel bel mezzo delle battaglie della vita, che come ben sappiamo sono parte ineludibile della  condizione umana, che tutti ci accomuna, pur nelle nostre diversità
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Proprio in questo spirito, vi propongo oggi una mini-meditazione, che in un certo senso fa da ponte tra le pratiche di meditazione formali e le pratiche di meditazione informali.
Come nelle pratiche formali, ci sarà un tempo (di pochi minuti) dedicato alla pratica e delle istruzioni a cui ci atterremo (compresa la posizione del corpo).
Come nelle pratiche informali, si tratta di portare la consapevolezza nella vita di tutti i giorni, mentre siamo coinvolti nel suo vortice abituale e vogliamo ricordare a noi stessi che c'è un luogo sicuro dentro di noi, in cui possiamo prendere posto e dimorare quietamente, mentre viviamo qualunque  momento così com'è, con tutte le sue sfide, i suoi stimoli, la sua complessità.
Ecco la traccia con il link al mio canale YouTube e a seguire un commento e qualche chiarimento riguardo al senso e all'utilità della pratica stessa.


Per l'esercizio di oggi, mi sono ispirata alla pratica dei "Tre minuti di respiro", descritta nel libro "Ritrovare la serenità" di Williams, Teasdale, Segal e Kabat-Zinn.
La traccia in sé dura in realtà quattro minuti, ma la pratica potrebbe avere qualunque durata (più breve, più lunga). Il numero 3 infatti si riferisce più che altro alle tre diverse fasi dell'esercizio, che sono:
  • La fase di consapevolezza dei propri pensieri, sentimenti e sensazioni fisiche
  • La fase di raccoglimento, in cui si porta l'attenzione al respiro, utilizzandolo per ancorarsi al presente 
  • La fase di espansione e di apertura all'esperienza
La quarta fase, che non c'è nell'esercizio, ma che è subito successiva ad esso, consiste semplicemente nel  "rientrare" nella nostra vita con un atteggiamento diverso, che ci rende capaci di relazionarci meglio alle circostanze del momento.
"E' possibile che i pensieri negativi, i sentimenti sgradevoli, le sensazioni fisiche intense, il capo arrabbiato o il bambino che strilla siano ancora qui." dicono  Williams, Teasdale, Segal e Kabat-Zinn. "Ma il fatto che ora possiamo affrontarli nella modalità dell'essere, da una prospettiva più raccolta, deliberata, spaziosa e meno egocentrica, può fare una grande differenza. 
Ora possiamo affrontarli con i piedi per terra, rispondendo in modo competente alle esigenze del momento, piuttosto che reagire automaticamente, in modi che non fanno altro che moltiplicare la difficoltà. Una volta che siamo in questa modalità mentale, la sua intrinseca saggezza può rendere molto più chiaro il passo successivo che dobbiamo compiere. E noi possiamo sostenere questa modalità più saggia restando presenti e consapevoli, come meglio riusciamo, radicati nella consapevolezza della nostra esperienza fisica in ogni momento." 
Nell'immagine Old time sake di hengki24 su deviantart
Quando vi avvicinate a questa pratica, il mio suggerimento è di non banalizzarne l'importanza, solo perché la sua durata è breve.
In realtà  si tratta di una piccola pratica preziosa, che potrà diventare per noi sempre più potente, a mano a mano che le altre nostre pratiche di mindfulness (più lunghe) si approfondiscono e si perfezionano.
Se noi siamo diventati capaci, infatti, di sedere con il nostro respiro per venti minuti ogni giorno, durante la pratica formale seduta, quando si tratterà di raccoglierci contattando il nostro respiro per un minuto, mentre siamo in piedi nel bel mezzo della nostra vita, la cosa potrà riuscirci abbastanza semplice, ed avremo a disposizione un'ancora potente, nel presente,  per ritornare velocemente in noi stessi nei momenti più difficili, in cui la nostra presenza di spirito è messa alla prova.
 E questo vale anche, beninteso, per il costante allenamento ad osservare e contattare i nostri pensieri, le nostre sensazioni fisiche e le nostre emozioni, durante le pratiche formali, esperienza di consapevolezza che possiamo richiamare velocemente al momento buono, anche durante una piccola pratica come questa.