domenica 21 settembre 2014

"Le quattro fasi del perdono" di Clarissa Pinkola Estés


1. Prendere le distanze - lasciar cadere
2. Astenersi - evitare il castigo
3. Dimenticare - estirpare dalla memoria, rifiutarsi di indugiare
4. Perdonare - rimettere il debito
***

PRENDERE LE DISTANZE

Per cominciare a perdonare, è bene allontanarsi, ovvero non pensare per un po' alla persona o all'evento. Non si tratta di lasciare qualcosa di incompiuto, ma di prendersi una sorta di vacanza. Evitiamo così di sentirci esauste, ci lasciamo uno spazio per rafforzarci, per godere di altre felicità.

È un buon esercizio per arrivare al distacco finale che arriva con il perdono. Allontanatevi ogni volta che lo ritenete necessario. Non si tratta di trascurare ma di diventare agili e forti nel distaccarsi dalla questione. Prendere le distanze significa fare cose interessanti e belle che vi rafforzano, e lasciare che la questione cada per qualche tempo. È giusto, e di grande aiuto, fare così. Le antiche ferite, le offese tormentano molto meno se la donna assicurerà alla psiche ferita che intanto le darà dei balsami benefici, e poi si occuperà dell'intera questione.


ASTENERSI

La seconda fase consiste nell'astenersi, in particolare nel senso di evitare il castigo e anche di pensarci. È estremamente utile esercitarsi in questo ritegno perché sospinge la questione in un posto definito invece di lasciarla fluttuare ovunque. È una preparazione alla fase successiva. Non significa perdere la vigilanza per proteggersi, ma piuttosto fare un piccolo atto di clemenza e stare a vedere se aiuta.

Astenersi significa avere pazienza, resistere, incanalare l'emozione. Si tratta di medicine portentose. È una purificazione. Non occorre fare tutto insieme: potrete scegliere la pazienza, ed esercitarvi ad averne. Potrete trattenervi dal mugugnare, dall'agire in modo risentito e ostile. Trattenersi da un inutile castigo rafforza i l'integrità dell'azione e l'anima. Astenersi significa praticare la generosità, consentendo così alla grande natura compassionevole di partecipare a questioni che hanno provocato emozioni.


DIMENTICARE

Dimenticare significa cancellare dalla memoria, rifiutarsi di indugiare, in altri termini: lasciar andare, allentare la presa; in particolare nella memoria. Dimenticare non significa annacquarsi il cervello. L'oblio consapevole significa non insistere nel tenere la questione in primo piano ma relegarla sullo sfondo, o allontanarla dal palcoscenico.

Ci esercitiamo nell'oblio conscio rifiutando di raccogliere il materiale infiammabile. Dimenticare è un gesto attivo, non passivo. Significa non sollevare taluni materiali, non continuare a rigirarli, non fomentarsi con pensieri, immagini, emozioni ripetitivi. L'oblio conscio significa volutamente abbandonare la pratica di ossessionarsi, e intenzionalmente allontanarsi e perdere di vista, non guardarsi indietro, vivendo così in un paesaggio nuovo, creando una vita nuova e nuove esperienze cui pensare. Questo oblio non annulla la memoria ma mette a riposo l'emozione che avvolge la memoria.


PERDONARE

Sono molti i modi e molte le misure del perdono concesso a una persona, a una comunità, a una nazione per un'offesa. È importante ricordare che il perdono «definitivo» non significa resa. È la decisione conscia di smetterla di nutrire il risentimento, il che implica rimettere un debito e rinunciare alla rappresaglia. Dovete essere voi a decidere quando perdonare e con quale rituale segnare l'evento. Sarete voi a decidere quale debito non dovrà più essere pagato.

Alcuni scelgono il perdono totale: l'altro non è più tenuto alla restituzione, né ora né mai. Altri arrivano a dire che quel che è stato è stato, e il rimborso parziale è sufficiente. Un altro tipo di perdono ancora è lasciar perdere anche se l'altro non ha in alcun modo restituito nulla.

Per alcuni, perdono significa guardare l'altro con indulgenza, il che è facile se le offese furono lievi. Una delle più grandi forme di perdono è offrire un aiuto compassionevole alla persona che ci ha offeso. Non significa infilarsi nella fossa dei serpenti, ma reagire da una posizione di clemenza, sicurezza e preparazione.

Il perdono è il culmine delle precedenti fasi. Significa rinunciare non alla protezione ma alla freddezza. Una grande forma di perdono è smettere di escludere l'altro. Per la psiche-anima, è meglio limitare il tempo dato alle persone con le quali si sta con difficoltà, che agire come un manichino insensibile.

Il perdono è un atto creativo. Potete perdonare per ora, per un po', fino alla prossima volta, perdonare ma non offrire ulteriori possibilità — - il gioco cambia se si produce un altro incidente. Potete offrire una sola possibilità, varie possibilità, offrirle soltanto se. Potete dimenticare un'offesa in parte, per metà, o del tutto. Sta a voi decidere.

Come sapere se si è perdonato? Proverete più dispiacere che rabbia, la persona vi farà più pena che rabbia. Per cominciare, comprenderete la sofferenza che ha prodotto l'offesa. Preferirete restarne fuori. Non vi aspetterete nulla. Non vorrete nulla. Nessun laccio stretto ai fianchi vi ritrascina lì. Siete libere di andare. Forse non ci sarà il finale e poi vissero felici e contenti, ma quasi per certo c'è un nuovo C'era una volta per ricominciare.
(Clarissa Pinkola Estés, Donne che corrono coi lupi)
***