domenica 16 dicembre 2012

Avere cura del proprio spirito: pregare, creare uno spazio sacro


La nostra quarta regola della serenità è "Avere cura del proprio spirito".
L'argomento su questo blog è comparso con una certa  frequenza (basta cliccare sulla corrispondente etichetta, oppure qui, per verificare cosa intendo), e tuttavia non ho mai parlato in maniera esplicita della pratica della preghiera, ma al massimo di pratiche meditative, perché la preghiera, come via di accesso alla serenità interiore, tira in ballo tutta una serie di questioni relative alla fede, alle scelte religiose,alla  personale simpatia o avversione per certe chiese, culti, tradizioni e così via.
Tutte materie che travalicano i confini di questo blog, dove al massimo posso dire: se avete una fede (una qualunque fede), che considerate per voi una risorsa e non un crogiuolo di sensi di colpa e rimorsi di coscienza, datele spazio e trovate il modo di pregare bene, in pace e regolarmente.
Alcuni ricercatori hanno condotto studi sull'argomento affermando i benefici  della preghiera sulla salute ed in generale sullo stato di benessere psico-fisico di una persona, ma al momento la questione ha contorni ancora da definire.
Sul tema, ecco un video tratto da un servizio di Voyager sull'argomento: "La forza della preghiera":

Citazioni sulla preghiera
"La preghiera è una delle pratiche comuni a tutte le religioni. Essa consiste nel rivolgersi alla dimensione del sacro con la parola o con il pensiero; gli scopi della preghiera possono essere molteplici: invocare, chiedere un aiuto, lodare, ringraziare, santificare, o esprimere devozione o abbandono. La preghiera è solitamente considerata come il momento in cui l'uomo 'parla' al sacro..." (Wikipedia)
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"Due monaci pregano senza sosta, uno è corrucciato, l’altro sorride. Il primo domanda:
- Com’è possibile che io viva nell’angoscia e tu nella gioia se entrambi preghiamo per lo stesso numero di ore?
L’altro risponde:
- Perché tu preghi sempre per chiedere, e io prego solo per ringraziare." (Piccola storia zen)
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"Se avete una fede, prendete parte regolarmente ai servizi religiosi e pregate spesso; sviluppare la vostra spiritualità può significare aver fiducia che quello che vi sta accadendo ha una ragione ed un suo fine."
 (Robin Norwood, Donne che amano troppo)
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"Forse preghiera e guarigione convergono, la preghiera è guarigione: non dal male, ma dalla disperazione. Persino nel momento in cui si è soli, la preghiera spezza la solitudine del morente. Ancora oggi mi mette in contatto con una voce che risponde. Non so quale sia. Ma è più durevole e fonda della voce di chi la nega. Tante volte l'ho negata anch'io, per riscoprirla nei momenti più difficili. E non era un'eco... Lo so che prega chi sopravvive e chi muore, chi vince e chi va incontro alla sconfitta. Ma ho rinunciato da tempo alla contabilità celeste, al bilancio del dare e dell’avere, alle aspettative fiscali del divino. Mi accontenterò (mai verbo più malinconico e più lucido) di un ultimo appuntamento con la voce. Quando tutto mi mancherà, lei non mi mancherà(Giuseppe Pontiggia, Nati due volte) 
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"Oh, Dio, dammi la grazia per oggi.
Non per la vita, non per la settimana ventura,
né per domani, soltanto per oggi. 
Dirigi i miei pensieri e benedicili,
dirigi il mio lavoro e benedicilo.
Dirigi le parole che dico
 e benedici anche quelle.
Dirigi e benedici tutto ciò
che penso e dico e faccio.
Così che oggi, oggi soltanto, io riceva
 il dono della grazia che deriva
dalla tua presenza..."
(Marjorie Holmes)
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"... mai ho chiesto una porzione quotidiana di grazia che non mi sia stata concessa. 
La grazia è disponibile ogni giorno per ciascuna di noi (è il nostro pane quotidiano spirituale), ma dobbiamo ricordare di chiederla con cuore grato e cercare di non temere che non basti per l'indomani. Basterà."
 (Sarah  Ban Breathnach)
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Creare uno spazio sacro nella propria casa
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"Sulle prime forse ti sembrerà che non accada nulla di nuovo ... Ma se hai uno spazio sacro e lo usi, e ne trai vantaggio, qualcosa accadrà" (Joseph Campbell)
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"Mi sono astenuta a lungo dal creare uno spazio sacro tutto per me. I pretesti erano :
1) non sono una monaca e gli altari devono stare solo nelle chiese o nei conventi;
2) abito in una casa piccola e un angolo tutto per me non ce l'ho proprio;
3) non volevo che mio marito o mia figlia, che rispettano e onorano la mia ricerca spirituale ma non la perseguono in prima persona, mi credessero un'eccentrica. 
Tuttavia continuavo a scoprire che altre scrittrici che ammiro (e che non considero affatto delle eccentriche)... si erano create degli spazi sacri, e l'idea mi incuriosiva."
 (Sarah Ban Breathnach) 
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L'idea di creare uno spazio sacro in casa, si è affacciata in me una decina d'anni fa,  quando mi sono imbattuta per la prima volta nelle riflessioni sull'argomento di alcune autrici a me care, che in un modo o nell'altro sottolineavano tutte l'importanza di avere un angolo della propria casa che fungesse da luogo deputato allo spirito.
Le declinazioni dell'angolo sacro domestico possono essere le più varie, ed un po' alla volta ho cominciato a notare e a  riconoscere quegli spazi sacri anche nelle case altrui.
In alcune ho trovato un leggìo con una bella edizione di un testo sacro aperto in una pagina a caso, in altre una mensola con le fotografie di persone care defunte, in altre una statuina sacra o una natività sotto una campana di vetro, in altre un inginocchiatoio, in altre ancora  semplicemente un comodino con sopra un'edizione del Vangelo.
Comunque sia, l'importanza dello spazio sacro viene celebrata con un atteggiamento di rispetto. Non è concesso invaderlo con oggetti impropri, per esempio. E più si fa un uso spirituale di quello spazio (come luogo deputato alla preghiera, alla lettura dei testi sacri, alle pratiche meditative), più quello spazio si carica per noi di una valenza positiva, per cui anche il semplice passarci accanto, o posarci lo sguardo un momento finisce un po' alla volta col rimandarci un senso di pace.
In questo periodo dell'anno, dalle mie parti, quasi tutti allestiscono un presepe in casa.
Anche quello può essere considerato uno spazio sacro, se viene vissuto come tale.
Il fatto che compaia in casa nostra ogni anno a dicembre, e poi scompaia ogni anno a gennaio, gli dà una valenza diversa, certo, rispetto ad un'installazione stabile.
E' il sacro che si rende visibile nella nostra vita a tratti (una volta l'anno), e tuttavia c'è sempre anche quando non si vede. Dura nel tempo, è eterno, e rispetta i cicli. Anzi, il fatto di essere visibile solo a dicembre, ci rende più sensibili alla sua presenza, che se ci abituassimo ad esso fino a non percepirlo più. Come capita con molte dimensioni stabili dell'esistenza, compreso appunto il Divino.